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COME COLLOCARE L’INDIPENDENTISMO NEL NUOVO CORSO LEGHISTA

bustomiglioIl tema principe nel dibattito interno alla Lega è che la definitiva dimensione nazionale che Salvini vuol dare al movimento stravolgerebbe la natura di quest’ultimo. La Lega Nord, se torniamo al compianto maestro di libertà Gianfranco Miglio, nasce federalista: un federalismo certamente basato sulla ricerca di nuovi sbocchi per la questione settentrionale e, più in generale, italiana. Ma fino alla metà degli anni Novanta, nessuno riteneva discordante il federalismo con la dimensione nazionale. D’altra parte, nell’attuale fase storica di ritorno alle identità culturali, di riscoperta delle piccole patrie, i concetti di leghismo e comunitarismo (i due indissolubili) assurgono necessariamente ad idee universali e a nuovi paradigmi fondamentali di un pensiero politico che voglia porsi a difesa delle identità.
D’altra parte, come si ricordava nel precedente articolo sul sovranismo, i processi storici hanno spostato le priorità e affermare il sovranismo nazionale è un primo passo necessario per preservare il concetto stesso di autodeterminazione. Indubbiamente restano insoluti i nodi del nation bulding risorgimentale, che gli studi più recenti stanno revisionando, facendo emergere la retorica dominante in relazione alla questione settentrionale, questione meridionale e questione cattolica. Ricerche che stanno facendo emergere il fatto che tutte le identità italiane, indipendentemente da Nord a Sud, furono spianate a favore della nascita di uno Stato Italiano sul modello francese/giacobino/nordeuropeo. Su questa nuova piattaforma storica il concetto di leghismo settentrionale può uscire dai nostri ristretti confini e ritrovare l’origine peninsulare e sposare, potenziandosi, le aspirazioni meridionali, sveglie o in via di risveglio.
Il concetto di Padania è lo sviluppo di un filone federalista che parla di Italie e non un micronazionalismo giacobino da opporre al nazionalrisorgimentalismo. Questa inquadratura del concetto di Padania in un concetto di federalismo nazionale la troviamo proprio in un articolo di Gilberto Oneto sul numero 1 dei Quaderni Padani “lndagine sul tema delle suddivisioni delle entità componenti una federazione italiana”. Nell’articolo, l’allievo di Gianfranco Miglio propone una veloce carrellata dei progetti federalisti dal prolifico periodo del Risorgimento fino al progetto di Assago del compianto Maestro, vera pietra miliare della successiva fase padanista. Infatti il programma delle “tre Italie” non sgorga dal nulla, ma a suo modo riafferra e compendia varie correnti del federalismo ottocentesco (sia il filone Cattolico Rosmini e Gioberti, sia quello laico Cattaneo) amalgamandolo con il risveglio del pensiero di Schmitt legato all’idea di Comunità. La Padania appare come una macroregione omogenea, adeguata ad essere federale al suo interno e nello stesso tempo uno dei perni di una elaborazione federalista attenta a coniugare il rispetto della ricchezza etnolinguistica italiana con esigenze di garantire con la dimensione macroregionale una sufficiente sovranità.
Si può definire il culmine di progetti federalisti o correlate concezioni attente alle comunità locali ma non in una logica di gretto provincialismo deteriore. Tutto questo filone federalista anche ben approfondito nel importantissimo testo “Le radici del federalismo” di Stefano Bruno Galli rappresenta un tentativo di trovare una via di garantire la sovranità plurale attenta alle comunità locali in un contesto di vasti spazi. A questo punto ci chiediamo se al giorno d’oggi parlare di piccole patrie padane in termini di indipendentismo, che è fondato su una riproduzione di nazionalismo giacobino che si vorrebbe superare, sia essere eredi con gli sforzi di una lunga tradizione federalista che va inevitabilmente rielaborata in funzione dei tempi. O se il federalismo sia più un progetto per la propria comunità che va portato avanti nel difficile contesto di una Unione Europea distante mille anni luce dall’Europa pan federalista cara agli studi di Gianfranco Miglio.
Certamente è oggi il comunitarismo l’unico erede di questa antica attenzione alle comunità locali cara ai federalisti di ieri e di oggi lontana da vecchie logiche giacobine di vecchio e nuovo conio e parafrasando il titolo di un vecchio focus di Terra Insubre la vera alternativa localista.

 

SOVRANITÀ E IDENTITÀ LE SFIDE DEL TERZO MILLENNIO

COPERTINA SOVRANISTI A MILANO EBOOK

INTERVISTA A MASSIMO FINI E A FABRIZIO FRATUS

 

CONTRIBUTI AL COMUNITARISMO

GianfrancoGianfranco Costanzo - seppur viaggiatore per vocazione, anarchico per carattere, di mille interessi, ritorna alla terra per educazione, per curare quel pezzettino di mondo che si è visto affidato e ritrovarne i valori. Comunitarista e tradizionalista vorrebbe sostituire “ il noi” “all’io”. Si consola pensando che appena la controrivoluzione avra' ristabilito la benevolenza tra le genti ed ritorno alle tradizioni dei popoli, potrà ritornare ai suoi viaggi tra civiltà ancora autentiche.