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SENSO DEL SACRO? CE LO SIAMO GIOCATO

Nelle società postmoderne e postindustriali occidentali, è proposito ormi sempre più convergente sviluppare la sfera definita “garantista” ovverosia ampliare i diritti a nuove fasce della popolazione sulla base di un sedicente “progresso socio-culturale”.
È però singolare che in questa battaglia garantista non venga preso in considerazione il patrimonio culturale dei popoli e in particolare quello relativo alla dimensione religiosa. Paradossalmente, per il mainstream dominante, invertendo l’impostazione garantista ed egualitarista, gli aspetti più propriamente legati alla regiosità dei popoli devono avere quasi “il dovere” di adeguarsi, per non dire di sparire.
È stata allestita nell’ormai trascorso 2017 nella città di Milano l’installazione dal titolo Untitled (plot for dialogue) che in soldoni regala la possibilità di giocare a tennis all’interno della chiesa sconsacrata di San Paolo Converso. In un contesto totalmente secolarizzato, sparisce non solo una dimensione del Sacro vissuta ma persino il ricordo di questo o il semplice decoro sull’altare di un nichilismo distruttivo, in cui non esiste più nessun valore ma solo le pretese sempre più infime del peggior egoismo e della peggior bassezza umana elevata a sistema. In nome di un falso umanitarismo e spesso foraggiando un falsa e strumentale integrità religiosa (si veda l’Isis), l’Occidente sta distruggendo se stesso nel segno di una incoscienza felice ad opera della manipolazione plurisecolare della sovversione.
Ma per quanto questo processo sia stato spinto all’estremo, esso sta – per reazione dialettica – creando una resistenza e una reazione identitaria: oggi, l’identitarismo è un composito mix di esperienze che si coagulano e si incontrano con lo sviluppo di una cultura di destra che ha sempre, in forme varie ,cercato di reagire alla decomposizione in atto e che trova la migliore formula nel concetto di comunità. Noi crediamo che l’uomo sia vincolato a dei doveri col Cielo e la Terra e che questo vincolo sia una ricchezza che ci lega al passato dei nostri avi e a una realtà metastorica e metatemporale. È il mistero dell’Essere di cui l’Uomo è partecipe e responsabile e che la nobiltà della vita è onorare questo legame nel ruolo che il destino assegna, per dirla con Heidegger.
Per questa ragione, se di garantismo si parla, le prime cose che devono essere garantite sono i valori della tradizione della patria e della famiglia. Pertanto, riteniamo che l’appello che ha fatto Vincenzo Sofo debba diventare un motivo di riflessione e di presa di posizione istituzionale condivisa.
Se come temiamo, questo non avverrà a questo punto saremo costretti a prendere atto di un evidenza segnalata da diversi autori, Marx compreso: i diritti dell’uomo sono funzionali alla sovversione legata all’ascesa della borghesia con la rivoluzione francese e la rivoluzione industriale (come eventi chiave) e si sta evolvendo dopo la rivoluzione culturale (1968) e rivoluzione liberista (1989) in un capitalismo assoluto postumano. Un sistema alienante nichilista che imprigiona l’uomo vero, che è Homo Religiusos e Zoon Politikon come insegnano Eliade e Aristotele.
Revisione redazionale di Agra

 

SOVRANITÀ E IDENTITÀ LE SFIDE DEL TERZO MILLENNIO

COPERTINA SOVRANISTI A MILANO EBOOK

INTERVISTA A MASSIMO FINI E A FABRIZIO FRATUS

 

CONTRIBUTI AL COMUNITARISMO

GianfrancoGianfranco Costanzo - seppur viaggiatore per vocazione, anarchico per carattere, di mille interessi, ritorna alla terra per educazione, per curare quel pezzettino di mondo che si è visto affidato e ritrovarne i valori. Comunitarista e tradizionalista vorrebbe sostituire “ il noi” “all’io”. Si consola pensando che appena la controrivoluzione avra' ristabilito la benevolenza tra le genti ed ritorno alle tradizioni dei popoli, potrà ritornare ai suoi viaggi tra civiltà ancora autentiche.

MASSIMO FINI E FABRIZIO FRATUS