CAOS ORGANIZZATO
Le strategie menzognere del vecchio ordine presentavano malgrado tutto almeno un vantaggio, quello d’offrire alla maggioranza dominata UNO SPAZIO DI STABILITÀ SOCIALE e psichica. IL CAOS ERA IL NEMICO DELL’ORDINE. Nel XX secolo sono comparse delle NUOVE FORME DI CONTROLLO SOCIALE, che si possono riunire sotto il concetto di INGEGNERIA SOCIALE, e di cui l’oggetto non è solo di DEREALIZZARE LA SFERA PUBBLICA, come in passato, ma in più di DESTRUTTURARE INTENZIONALMENTE IL CORPO SOCIALE E LO PSICHISMO INDIVIDUALE NELLE CLASSI POPOLARI. Oggi IL CAOS È LO STRUMENTO DELL’ORDINE. (Comité anonyme, “Gouverner par le Chaos” Max Milo, 2010).
In effetti appare evidente, a chi non ha ancora la mente ottenebrata dal pensiero unico, che ci sia una volontà da parte delle oligarchie di governo transnazionali (v. M. Della Luna, Oligarchia per popoli superflui, Koiné, 2010) di procurare il caos attraverso una strategia avente effetti sinergici sui 3 settori che regolano la convivenza societaria:
TRADIZIONALISMO E COMUNITARISMO
In un precedente articolo dedicato alla figura di Gualtiero Ciola, abbiamo sottolineato le affinità e talvolta le influenze con alcuni filoni culturali di destra spesso malcompresi se non ignorati del tutto. Infatti sia la figura di Julius Evola e di chi si è ispirato alle sue opere o addirittura lo ha conosciuto di persona, sia il filone della cultura controrivoluzionaria cattolica occupano un posto molto importante nel pensiero politico-culturale di questo Paese.
UOMO E TERRITORIO: UN LEGAME IN PERICOLO
Nel precedente articolo abbiamo posto le premesse per analizzare con maggiore precisione il rapporto tra l’uomo e il territorio incrocio di cultura e natura.
A questo riguardo, va menzionato il convegno Identità,comunità e ambiente, organizzato da Terra Insubre nell’ormai lontano 2001. La sintesi di questo evento si ritrova nel n 21 dell’Aprile 2002 della rivista omonima. Rimandando ai lettori la lettura del focus Uomo e territorio: un rapporto da considerare, in questa sede ci limiteremo a riprendere degli spunti per noi importanti e di dargli nuovi sviluppi. Il primo punto che emerge dagli interventi di Adolfo Morganti, Francesco Di Marino, Eduardo Zarelli è che il comunitarismo ed un correlato bioregionalismo hanno origini antiche.