BLOG SUL COMUNITARISMO DI FABRIZIO FRATUS

Sito web di Fabrizio Fratus, sul Comunitarismo con contributi esterni del Talebano e del Comunitarista

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HOMO RELIGIOSUS TRA ORIENTE E OCCIDENTE

In vari articoli presenti in questo sito abbiamo fatto riferimento al concetto di Homo Religiosus con riferimento alle opere di grandi storici delle religioni come Mircea Eliade e Julien Ries. Da questi studi emerge una costante nella storia dell’umanità: la possibilità dell’uomo al Bene, al Bello e al Vero. Una direzione che porta a sciogliere la propria dimensione personale a un ineffabile trascendente, a una dimensione con il cosmo e la storia, da qui appunto il termine latino religare, unire, da cui religioso. Questa esperienza, che secondo i citati studiosi, fa l’uomo sommamente tale, ha avuto manifestazioni plurali. Ciò nonostante è indubbio che esiste un minimo comune denominatore antropologico ben definito dal termine Homo Religiusos.
A partire da questa doverosa premessa, nella serata del 10 settembre il Talebano ha promosso un importante incontro che ha messo a confronto il sociologo Fabrizio Fratus e Davide Picardo, musulmano, già coordinatore del CAIM, coordinamento delle associazioni islamiche di Milano. Un incontro nel miglior stile del Talebano; un invito ad uscire dagli schemi dominanti per portare avanti nuove sintesi comunitariste. I relatori, rappresentanti di due mondi, distanti per i fautori globalisti e relativisti dello scontro tra civiltà, ma vicini per sensibilità e cultura secondo la lettura della storia comune mediterranea, si sono chiesti se tra il mondo sovranista patriotico cattolico e comunità mussulmane esistano affinità e convergenze.
Certamente diverse sono le visioni teologiche che caratterizzano l’Islam e il Cristianesimo, ma come ha dimostrato la serata, medesimi sono i valori di riferimento, nel perimetro che noi abbiamo definito Homo Religiosus. Va sottolineato che David Picardo, non solo non ha posto la comunità di Fede mussulmana in antitesi al contesto italiano, ma al contrario ha rimarcato la sua adesione patriotica e la volontà di dare un contributo positivo all’Europa dei popoli e ad una visione tradizionale nella vita in questa travagliata fase postmoderna. Questo aspetto di apertura al mondo mussulmano che caratterizza il nostro circolo, che per altro già si manifestò nell’ incontro tra Il Talebano, Pietrangelo Buttafuoco e Matteo Salvini, può a prima vista apparire inusuale, per un think thank vicino alla Lega. Ma secondo la nostra prospettiva oggi il clevage è tra comunità e società nell’accezione di Tonnies.
Posto che l’immigrazionismo è un grave problema sia per chi lascia la sua terra, sia per l’impatto sociale migratorio, va detto, parafrasando Alain De Benoist, che il nemico non è il diverso ma il medesimo: ovverosia l’assurda pretesa in nome di un cosmopolitismo contro natura di mescolare senza criterio religioni e culture diverse, che tutte si trovano vittime di questo diabolico disegno mondialista. Ovviamente esiste anche la possibilità, che culture e religioni diverse, prendendo coscienza dei problemi attivino forme di collaborazioni, ritrovandosi su valori comuni che noi abbiamo ben definito: comunità secondo un’accezione di Aristotele e Tonnies e Homo Religiusos secondo Eliade e Ries. Valori comuni che non annullano le diversità ma creano un terreno comune di sinergie. Valori comuni incarnati e concreti, l’opposto di sentimentalismi umanitari, come oggi sentimentalmente e superficialmente intesi, che dietro belle parole denotano la cattiva coscienza di odio per le identità comuni da sacrificare sull’altare di idolatrie liberal. Se di integrazione si vuole parlare questo deve partire da dai valori importanti dell’Uomo e dal dovere di lealtà di tutti nei loro confronti, l’opposto di una moltiplicazione di diritti senza doveri in nome di parodie di valori importanti.
Sotto questo aspetto ancora una volta il comunitarismo promosso dal Talebano si conferma un’avanguardia, apparentemente “eretica” rispetto a certi schemi dominanti, ma con l’iniziativa citata si conferma coraggiosamente lungimirante. Possiamo concludere con un’affermazione e con una provocazione. L’affermazione: la difesa delle identità e delle Tradizioni, il cosiddetto differenzialismo, non è l’odio del diverso ma la cura per la propria comunità nel rispetto appunto delle differenze e dello spirito comunitario, ben diverso dallo spirito autoreferenziale individualista laicista e fondamentalista pseudo religioso, apparentemente opposti ma segretamente complementari! La provocazione: le collusioni tra poteri forti e terrorismo islamico, o meglio, l’utilizzo che i primi fanno del secondo, sono forse il frutto del caso, oppure sono le naturali convergenze tra due visioni della vita entrambe lontane dal bene vero e profondo presente indistintamente in ogni religione?

 

 

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